Quando si presenta un paziente che mi chiede di intervenire con un trattamento ipnoterapeutico nei confronti di un sintomo che perdura da anni e che ha sconfitto tutti i trattamenti farmacologici, sono tentato di evitare di occuparmene. Poi, immancabilmente, prevale l’interesse per la ricerca, l’opportunità di accettare una sfida e, non ultimo, un forte senso di empatia per la persona sofferente.
Di conseguenza mi addentro nel problema per cercare di comprenderne le dinamiche.
Solitamente un sintomo ribelle alle cure mediche è classificato come “malattia autoimmune”, ovvero una patologia caratterizzata da una reazione scorretta del sistema immunitario, che attacca e distrugge i tessuti sani del nostro organismo riconoscendoli come estranei per errore.
Partiamo da una riflessione: il nostro sistema immunitario è praticamente un laboratorio chimico che permea ogni parte del nostro corpo, in quanto presente nelle cellule bianche o leucociti, cellule che compongono gran parte del sistema immunitario e che si trovano nel sangue, nei linfonodi, nel midollo osseo e nella milza ma che sono presenti in gran numero anche nell’intestino. E allora come è possibile che queste truppe d’assalto a difesa del nostro organismo si ribellano, almeno alcune, attaccando i presidi che dovrebbero difendere? Non essendo un biologo non mi addentrerò nel microcosmo del nostro organismo, quindi cercherò di capire il fenomeno spostando l’osservazione sulle dinamiche mentali che hanno potuto causare un corto circuito nel sistema funzionale dell’individuo, con un approccio che si ispira all’isomorfismo, una teoria psicologica secondo la quale ci sarebbe identità di forma fra esperienze e processi fisiologici sottostanti.
Quali dinamiche psichiche possono determinare una Artrite reumatoide, un Lupus eritematoso sistemico, Diabete di tipo I, Tiroide di Hashimoto e molte altre malattie sistemiche? Aldilà dei fattori genetici, per i quali l’insorgenza della malattia è dovuta ad un difetto del Dna solitamente ereditario, l’aspetto psicosomatico di una malattia sistemica, a mio parere, è collegato ad un evento di alto contenuto stressante, ovvero a un’emozione estrema che il sistema cognitivo non è stato in grado di sostenere e di metabolizzare.
Sappiamo infatti che l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, conseguente all’esposizione ad eventi stressanti, promuove una cascata di eventi, culminante in alterazioni neuronali, responsabili della sintomatologia psicotica, ma anche di reazioni di difesa a livello biologico. L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene riveste, infatti, un ruolo fondamentale nella risposta a stimoli esterni e interni, inclusi in particolar modo gli stress psicologici.
A questo punto l’intreccio di eventi biologici e dinamiche psicologiche potrebbero generare un corto circuito responsabile dell’alterazione del sistema immunitario.
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