Proviamo a cercare una risposta a questa domanda senza andare a consultare i libri di filosofia o le citazioni che troviamo sul web.
Io sono un cultore del pensiero originale, cerco sempre di trovare le risposte alle mie domande senza lasciarmi troppo condizionare da quello che hanno scritto altri, pur ritenuti eccelsi pensatori, perché sono convinto che siamo tutti, in diversa misura, dotati di sufficiente intelligenza e intuito da poter trovare delle risposte.
Se ci affidiamo ai sensi e all’osservazione, possiamo osservare che appare reale tutto ciò che è visibile, tangibile e udibile. Tuttavia l’esperienza dimostra che questa affermazione è relativa: esistono cose invisibili, intangibili e inudibili che sono altrettanto reali. Basta citare la “materia oscura”, scoperta dagli astrofisici, che costituisce il 90% della massa dell’universo, ma che è stata rilevata solo per gli effetti gravitazionali che ha sul nostro pianeta.
Non mi addentro oltre nell’argomento perché si potrebbero scrivere, come sono già stati scritti, fiumi di parole.
Proverò a dare una mia interpretazione della realtà, sulla base delle mie osservazioni ed esperienze sul comportamento delle persone nel set psicoterapeutico.
Il problema che porta un paziente a chiedere un trattamento di psicoterapia è sempre legato alla sua percezione della realtà. Un attacco di panico, una fobia, una ossessione, non hanno una realtà oggettiva, tuttavia gli effetti che provocano sull’individuo che ne soffre sono assolutamente reali.
Questo prova che non esiste una realtà “oggettiva”, condivisa da tutti, bensì esiste una realtà per ogni individuo. In altre parole, ognuno costruisce continuamente la realtà in cui si muove, attraverso il suo sistema di credenze, le sue scelte e le sue percezioni.
Siamo dei costruttori di realtà con la stessa capacità con cui costruiamo i nostri sogni, solo che la “realtà onirica” non si estende tridimensionalmente né può essere condivisa con le realtà degli altri individui, quindi non riesce a strutturarsi.
I disturbi del comportamento nascono quindi da un’errata percezione della realtà in cui ci muoviamo, ma soprattutto dal fatto di “credere” fermamente a quello che percepiamo, senza coltivare dubbi. Nel momento in cui abbiamo generato questo atto di fede su ciò che crediamo di aver percepito, abbiamo costruito una nuova realtà patologica che condizionerà dolorosamente la nostra vita. Il passo successivo sarà quello di difendere strenuamente la realtà patologica che abbiamo costruito. Daremo la colpa agli altri, alla famiglia, all’ambiente di lavoro, alla sfortuna, continuando ad allontanarci dalla soluzione del problema; perché nel nostro sistema di credenze non riusciamo ad accettare di essere noi gli artefici della nostra infelicità.
Sono state le nostre scelte, condizionate dalle nostre percezioni sbagliate, che hanno costruito la nostra realtà, non gli altri.
Esistono vari sistemi per assolvere se stessi dalle scelte sbagliate: la superstizione è forse il modo più diffuso. Il venerdì 17, il gatto nero, il menagramo, sono solo alcuni dei parafulmini per scaricare le nostre colpe o le nostre incapacità.
Se riuscissimo, sempre, a prenderci la responsabilità delle nostre scelte, potremmo imparare dai nostri errori e a considerare che la nostra realtà è sempre e comunque costruita da noi.
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