Quando ci si confronta con un paziente, specialmente quello reduce da altri trattamenti che non hanno risolto il suo problema, quasi sempre ci si imbatte in una resistenza. La prima resistenza ha a che fare con il racconto del suo disagio. In che cosa consiste questo genere di resistenza? Praticamente nel raccontare la storia del suo problema, l’esordio, i tentativi messi in atto per cercare di destabilizzarlo, il primo ricorso alla psicoterapia, il trattamento e infine la frustrazione nel prendere atto che il disturbo ancora persiste.
Dov’è che manifesta la sua resistenza?
Nell’omissione delle informazioni che siano veramente utili al trattamento psicoterapeutico.
Se ci facciamo coinvolgere esclusivamente dai contenuti con cui descrive il suo problema rischiamo di lavorare inutilmente su uno schema percettivo autoequilibrante, stabile e straordinariamente nevrotico!
La descrizione del comportamento sintomatico da parte del paziente includerà, infatti, tutti i fatti e le sensazioni legati alla percezione del problema che il paziente ritiene siano “importanti”, escludendo inconsciamente gli aspetti veramente determinanti per la comprensione del problema.
E’ come se ci presentasse una matassa ingarbugliata su un vassoio d’argento e pretendesse che la districassimo.
Se lo psicoterapeuta si soffermasse ad analizzare quel groviglio impossibile potrebbe accorgersi, ammesso che riuscisse a ricomporre la matassa, che non succederebbe nulla, perché il nucleo del problema, in realtà, non è lì.
Questo accade, certo non perché il paziente abbia l’interesse di mantenere inalterata la patologia disturbante, ma perché quest’ultima è diventata una entità psicologica capace di difendersi dagli attacchi che vorrebbero destabilizzarla. Questa entità psicologica si è trasformata in una fortezza, strutturata in modo da respingere tutti gli attacchi che rispondano alla logica nevrotica del paziente.
L’unico modo per introdursi all’interno della fortezza è quello di aggirare la logica dell’occupante affidandosi ad una strategia che vanifichi tutti gli stratagemmi difensivi che, nel tempo, si sono rivelati efficaci a mantenere lo status quo. Occorre costruire un CAVALLO DI TROIA.
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